Auroville: la città dei sogni!
Nell’India meridionale (in quello che fino a qualche decennio fa era un deserto di sabbia rossa) sorge un’utopia sotto la benedizione dell’Unesco. Una città internazionale che ambisce ad una vita senza denaro, governo, religione o urbanizzazione selvaggia, costruita per tutte le persone, i movimenti culturali e le organizzazioni che vogliono contribuire significativamente “al progresso dell’umanità”.
Cos'è Auroville?
E’ una città in cui non mancano i servizi pubblici e le attività commerciali (tenute a contribuire con un terzo dei loro profitti allo sviluppo e all'autosufficienza finanziaria della comunità).
Nel corso degli anni, giovani da ogni parte del mondo sono arrivati nel sud dell'India per realizzare questo progetto.
La zona è stata riforestata con una vegetazione rigogliosa e Auroville ha ricevuto l’appoggio (anche finanziario) dell'Unesco “come progetto di fondamentale importanza per il futuro dell’umanità.
La “città dell’aurora” vuole diventare un punto di riferimento per lo sviluppo ecosostenibile e l’innovazione sociale indiana e del mondo. La città è autosufficiente energeticamente grazie all’energia solare. Si fonda sull’agricoltura biologica, il riciclaggio dei materiali e la costruzione con tecniche di bioedilizia. Vanta un sistema educativo gratuito e senza voti (free progress). Si struttura sulla proprietà collettiva, senza leggi o forze dell’ordine e coltiva l’arte spontanea, la quiete e la meditazione.
La città ospita circa 2500 residenti permanenti di 45 nazionalità e circa 5000 visitatori, di cui la maggior parte turisti o volontari stranieri alla ricerca di un esperienza di vita differente. Il 45% della popolazione è indiana, mentre i 124 italiani presenti fanno dell’Italia la quarta nazione più rappresentata dopo l’India, la Francia e la Germania.
Per divenire residenti permanenti, è richiesto ai nuovi arrivati di contribuire attivamente alla comunità per almeno due anni, senza mai allontanarsi da essa. Un comitato ristretto analizza poi le richieste di residenza, e ad ogni nuovo cittadino viene richiesto come primo gesto di piantare un albero. Dalla sua fondazione ad oggi Auroville ha dato vita ad una foresta in mezzo al deserto.
Non mancano però alcuni problemi, quali: le risorse di acqua sono limitate, le proprietà non sono a sufficienza per accogliere l’altissimo numero di richieste e l’economia è insostenibile. Inoltre, come in diverse parti dell’India, è sconsigliato alle ragazze di effettuare lunghi spostamenti se non accompagnate, e negli ultimi anni si son verificati casi di molestie, stupro e persino omicidio da parte delle gang al di fuori di Auroville. Questo senso di insicurezza danneggia indirettamente e profondamente il legame tra gli stessi abitanti. Un altro problema riguarda l’amministrazione del denaro pubblico, di cui gli stessi cittadini paiono non essere certi dei meccanismi di gestione ne sembrano interessati a scoprirlo.
“Auroville vuole dimostrare al resto del pianeta che un diverso stile di vita è possibile, che l’evoluzione del genere umano non deve necessariamente andare verso la decadenza ed il progressivo sfruttamento ed impoverimento del pianeta terra, che si può vivere in armonia”, è convinto Manohar. “Questa è la nostra sfida quotidiana, e non è facile, non è più facile qui che in ogni altro posto, ma – conclude l’italiano diventato aurovilliano – la differenza consiste nel fatto che qui in Auroville un gruppo di persone, arrivate da tutte le parti del mondo, stanno tentando insieme un esperimento per il futuro del genere umano”.
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